Bringing everyone back home

E quindi si torna a casa.
Tutto é pronto. Un autobus mi porterá a Bangkok domani, una notte in cittá e poi un volo per Parigi, Milano e Brindisi, dove giá mi aspettano per una birretta al KM-ZERO, e poi a Londra.

Al momento sono diviso.
Parte di me vuol andar via, un’altra parte di me invece no.
Personalitá bifida.

Di quale delle due devo fidarmi? Magari nessuna delle due.

Oggi piove dal mattino. Significa niente pesce alla griglia a mezzogiorno.

Nelle ultime settimane ho avuto qualche inconveniente.
In genere sono attento a quello che il mio corpo cerca di dirmi. Non so cosa voglia dire adesso, sta sproloquiando un po’.
Prima una piccola infezione, poi un grosso herpes sul collo. Niente di serio, sono un po’ di pillole da mandare giú. Peró un disastro estetico.
Come se un gruppo di meduse abbia fatto merenda sul mio collo.

Niente di serio, ma, come la fatidica ultima goccia, mi ha preso di sorpresa e son capitolato.
Tirar via la corda é stata questione di un attimo.

Comprare il volo un po’ meno. Il sito Alitalia deve avere una protezione anti-frode che blocca alcune localitá, cosí comprare un biglietto dalla Thailandia a Brindisi con una carta di credito spagnola da un villaggio in Cambogia pare non abbia molta probabilitá di riuscire.
Use the Force, young Jedi.
Ovvero un po’ di saggezza geek non ha mai fatto male.
Cosí ho prenotato il mio volo sul sito inglese dell’Alitalia, con una carta inglese e utilizzando un server anonimizzatore americano.

La tristezza di partire c’è.

Continueró a scrivere, la strada non si ferma sul quel volo per Parigi. Ci saranno nuove strade e nuovi posti da raccontare.
Come Xavier De Maistre in Viaggio Intorno alla Mia Stanza, viaggeró nei limitati confini che mi saranno concessi nei prossimi mesi.

E poi torneró ancora in Cambogia. Ho ancora un lavoro da finire da queste parti.
Arriveró in Australia.

Dovessi arrivarci volando!

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